martedì 5 febbraio 2013

Rifugio Casera Vecchia di Varrone

 

Data dell'escursione: Febbraio 2013
Partenza: Premana (Loc. Giabbio) 760 mt
Arrivo: Rifugio Casera Vecchia di Varrone 1675 mt
Dislivello: 915 m
Tempo: Perfetto!!!
Difficoltà: E
Tempo di ascesa: 2 h 45'
Tempo di discesa: 2 h 30'






Dopo un sabato piovoso, mi aspetta una domenica da urlo. Il cielo è terso, limpido, battuto da un vento teso che lo rende di un colore indimenticabile. La sera prima decido di andare a fare una visita alla Val Varrone. Parto da casa di buon ora e poco prima delle 9 parto dalla zona industriale di Premana. Conosco bene il sentiero, perchè d'estate frequento spesso questa zona, ma comunque è molto ben segnato e sbagliare il sentiero è veramente difficile.

In agosto questo tragitto ha un difetto imperdonabile: essendo una gippabile c'è un continuo via vai di fuoristrada, almeno fine all'Alpe Forno, a circa un ora della partenza, . Questo problema questa volta non c'è: la strada è chiusa d'inverno e quindi è solo di coloro che si avventura con le proprie forze (in realtà però al ritorno ho incrociato una motoslitta che saliva).




Da come potete vedere dalle foto di neve ce n'è e fin da subito. Ma è poca e compatta e nei parte più bassa del tragitto ha lasciato il posto a estese lastre di ghiaccio. Procedo con un buon passo, ma il ghiaccio non è il mio elemento e rallenta notevolemente la salita. Cerco di rimandare il più possibile, ma alla fine decido di indossare i ramponi. Logicamente è il momento sbagliato: le parti ghiacciate le ho passate già tutte e quindi i ramponi hanno il solo scopo di torturare i miei piedi. Per pigrizia lì terrò ben oltre l'alpe Forno, quando in realtà avrei potuto benissimo non metterli (almeno in salita).



 
La strada rimane su neve compatta fino alla mia meta, dove si presenta uno panorama veramente indicamenticabile: il pizzo di Trona domina la conca dell'Alpe Varrone dipinta di un bianco candido e incorniciato in cielo blu intenso. Fuori dal sentiero la neve è morbida, anche se non molta, e si rischia di spofondarci.
 
Lo sa bene l'escursionista che ha deciso di proseguire la sua passeggiata verso il rifugio Santa Rita trovandosi spesso con la neve ben sopra le ginocchia. Lo vedo salire lentamente verso la sua meta e mi piacerebbe proseguire anche a me, ma è un altra ora abbondante di camminata e ho trovato la salita più faticosa del solito per colpa della neve e del ghiaccio, e quindi, anche se ho portato le ciaspole, decido che la mia passeggiata si ferma al Rifugio Case Vecchia (modo molto aulico per dire che non ce la facevo!!!).


 Il rifugio è caldo ed accogliente. Il clima è sereno e il pranzo è ottimo. Piano piano il rifugio si riempie di avventori, felici dell'ottima giornata, ma non delle gelide folate di vento che non permettono loro di prendersi di crogiolarsi al sole.


Scendo appena finito il pranzo in modo da tornare a casa ad un orario accettabile. Scendo abbastanza spedito fin dopo l'Alpe Forno e poi, memore della salita, mi metto i ramponi per passare senza troppi penseri le parti ghiacciate.


Arrivo alla macchina stanco ma soddisfatto, felice di una passeggiata che mi ha dato più soddisfazioni di quante me ne dà durante il periodo estivo.








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